Premio Galleri
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Il concorso è libero ed aperto a tutti


Presentazione Opere entro il 15 aprile 2020

premi

Premio per le opere in concorso Sezione A - € 150,00

Premio per le opere in concorso Sezione B - € 150,00

Premio per le opere in concorso Sezione C - € 150,00

La  cerimonia di premiazione avrà luogo il giorno 21 maggio 2020, presso l’Aula Conferenze del Liceo Artistico "Filippo Figari" di Sassari.

Gli Autori partecipanti possono presentare una singola opera inedita.

Gli studenti dei Licei Artistici possono partecipare con due opere, una per sezione.

Gli studenti dell'Accademia di Belle Arti della Sardegna "Mario Sironi" possono partecipare esclusivamente nella sezione C.

Info: premiogalleri@gmail.com

Locandina

 Locandina 2020

Regolamento

 Regolamento Galleri 2020

adesione SEZ. A-B

Scheda di partecipazione 2020 Sezione A B

aDESIONE SEZ. C

Scheda di partecipazione 2020 Sezione C

paolo galleri


di antonio arcadu

Galleri3

 

PAOLO GALLERI nasce nel 1919 a Sorso da genitori sassaresi veraci; la madre vi insegnava alle elementari mentre il padre gestiva un negozio di tessuti a Sassari in Via Cesare Battisti. Soltanto negli anni 30 tutta la sua famiglia si trasferì completamente a Sassari dove l’alunno Galleri iniziò a dar prova di una innata e spiccata bravura nel disegno, nella pittura e nel precoce esercizio delle salaci caricature che immortalavano maestri e compagni di scuola.

Arcadu Galleri ORIGINALE

A soli quattordici anni si vide pubblicare una serie di caricature di illustri personaggi sassaresi in terza pagina del Giornale d’Italia in un articolo di Miriam Riccio dedicato alla Sardegna e a Sassari. Da allora, il suo, fu un crescendo rossiniano di successi. 

Un anno dopo lo stesso Eugenio Tavolara volle acquistare una sua tela caricaturale dell’allora direttore del cimitero Giovanni Dedola ritratto, con fattezze ceree e sepolcrali, come Caron Dimonio che traghettava una barca di sorridenti e…...noti defunti cittadini. 

Il successo di Paolo Galleri fu, anche allora, talmente corale e immediato che convinse anche un altro visitatore illustre di quella collettiva di caricature, il grande Stanis Dessy che si adoperò perché la signora Galleri inscrivesse 

Paolo ai corsi serali dell’Istituto d’Arte, diretti da un “certo” Filippo Figari. Fu quello per l’artista Paolo Galleri un periodo di sacri ardori oltre che di “scuola di pittura e di vita” con maestri del calibro appunto di Figari e Dessy e con compagni di viaggio nell ’arte come Spada e Meledina.

Il suo normale corso scolastico mattutino era però l’Istituto Tecnico Lamarmora e “soltanto di sera” con Dessy apprendeva ed approfondiva l’arte dell’incisione e le tecniche dell’acquaforte. 

Ma le grandi passioni di Paolo Galleri non si esaurivano con l’amore per l’arte con la grande pittura o col disegno umoristico, ma spaziavano, è proprio il caso di dirlo … a tutto campo… nello sport, visto che il giovane Galleri si affermò anche quale valente e vincente sportivo in diverse discipline come il calcio, la   pallacanestro e l’atletica leggera con incredibili perfòrmance e successi anche nella scherma. Rimase epica la sua sorprendente vittoria nella Coppa Marghinotti, pensate, sull’allora Campione del Mondo di spada Giorgio Anglesio.

Paolo Galleri infatti oltre la scherma ha sempre coltivato anche una robusta passione e una concreta pratica di diversi sport dal calcio all’atletica leggera, alla pallacanestro. Sarebbe troppo lungo passare in rassegna anche le sue partecipazioni agonistiche del famoso “ventennio”, dai Ludi ai Littoriali. 

Dopo aver conseguito il diploma di geometra partì per la Scuola Allievi Ufficiali di Artiglieria a Bra. Servì in modo esemplare la patria nel conflitto mondiale.

Si sposò nel 43 e iniziò a lavorare come tecnico del catasto prima e come Direttore dell’Ufficio Lavori alle Ferrovie dello Stato. 

galleri1La sua passione per la grande pittura, per il disegno artistico, satirico e caricaturale non venne comunque mai ad interrompersi. Anzi la sua fresca vena ironica e umoristica lo vide tra i fondatori del mitico “Voce Universitaria” che accomunò nell’impresa giornalistica e goliardica uomini di assoluto valore culturale e civile come Antonio Meloni Delogu, Alberto Mario Saba, Beppe Marras, Antonio Pioletti, Giovanni Antonio Meloni, Curreli, Donatello Sanna, Manlio Brigaglia e molti altri giovani in seguito divenuti illustri professionisti cittadini.

Nei 18 anni di vita (dal 45 al 63) Voce Universitaria, seppure perennemente afflitta da alterne vicende economico-gestionali non mancò mai delle salaci e centrate caricature e vignette di Paolo Galleri su uomini e situazioni di quel periodo.

La sua pittura, che lui ha sempre sostenuto essere “una salutare malattia” lo ha visto partecipe sempre ammirato a tante personali e a diverse pubblicazione antologiche, seguito sempre favorevolmente anche dalla critica e dagli stessi maestri sardi del pennello degli ultimi settant’anni. 

I suoi lavori sono stati esposti a Napoli, Venezia, Cagliari, Nuoro, Olbia, e, naturalmente … a Sassari.

Le sue opere abitano in gran parte delle case sassaresi e sarde che hanno avuto la fortuna di capire e apprezzare appieno questo geniale artista di grande talento che rende sempre onore alla sua città ogni volta che vi si specchia e che se ne fa specchio. Forse perché ne riflette ancora un’immagine viva e vibrante quasi in attesa di un tempo nuovo in cui si possa dire ancora un pò davvero e anche un po’ per scherzo “Sassari Mannu” come ai tempi di Pompeo Calvia. 

Di Paolo si potrebbe certo dire come di Ulisse “Musa quell’uom di multiforme ingegno”. Chi potrebbe negarlo? Le sue storiche collaborazioni in vernacolo sassarese con La Nuova Sardegna (dal 38 al 40) con lo pseudonimo di “Giuannantoni” con maestri come Agniru Canu (Salvator Ruiu), Brottu Sarippa, Barori Diegu, Rosilde Bertolotti e Battista Ardau Cannas riprenderanno dal 74 al 75 con quotidiane caricature e vignette satiriche di fatti e personaggi della vita cittadina di quel periodo.

Di lui, di Paolo Galleri, come delle sue caricature sembra sia stato detto tutto; hanno parlato della sua opera uomini talmente illustri e famosi come Stanis Dessy, Pietro Antonio Manca, Mario Delitala, Eugenio Tavolara, Salvator Ruiu, Aldo Cesaraccio, Roberto Stefanelli, Manlio Brigaglia e tantissimi altri maestri del pennello, della cultura cittadina e del giornalismo.

A Paolo Galleri va un  corale e grande grazie da parte di tutti noi sassaresi per ciò ha fatto e che continua a fare per la  nostra città, e per il mantenimento della sua vacillante identità.

Basta ricordare a tutti noi ciò che gli dedicava con vero affetto nell’anno 55 Salvator Ruiu dopo una sua famosa mostra di caricature allestita al Civico:

“Deu ti ni dogghia di furthuna /

chi tu ti la miresci umbè umbè/

Chi t’aggiu a dì? Sassari tutta ganta/ 

la porthi drent’a l’occi e i lu cori” 

L’augurio   di “Agniru Canu”, di appena oltre mezzo secolo fa è ancora vivo, intatto e fresco e attuale in tutti noi sassaresi e non.                                                                                                

Anzi a questo proposito vorrei sottolineare che Salvator Ruiu mi sembra un ideale “testimone”, anche in senso sportivo, tra un altro grande uomo di Sassari, parlo di Enrico Costa e l’amico Paolo Galleri.  Mi sembra opportuno e doveroso dare atto che sono due figli prediletti dell’animo sassarese.

Intanto hanno in comune la passione di raccontare la storia di Sassari, uno con la penna e con la perizia del cronista e dello storico attento competente e informato di tutto, e, l’altro con pennello e la poesia dedicata alle strade, alle figure e alla vita stessa dei suoi abitanti.

 Dai più illustri ai più semplici e modesti. Con l’occhio da artista nato:

“Un cori binidettu da lu zeru/

t’ha fadadu li mani Paurì/” 

(è sempre Agniru Canu che parla )

“A la bona cussì, senza imbuffatti/

l’hai vurudda ciamà “ caricatura”

e inveci vi n’è tanta di pintura/ 

di chidda ch’ha dirittu di vibì/ 

Di Galleri hanno detto tutto e tutti, prima di me; che è anzitutto un grande pittore e non si può non essere totalmente d’accordo con quanto affermava Pietro Antonio Manca.  I “suoi” mangiatori di zimino hanno la stessa dignità artistica e pari valenza pittorica dei “mangiatori di patate” di Van Gogh. Non lo dice Antonio Arcadu , lo afferma Pietro Antonio Manca.

Ma io mi permetto di affermare, senza contraddizione alcuna, che è nei ritratti e nelle caricature che Paolo Galleri lascia la sua personalissima e originale impronta di grande artista e di “interprete autentico” di Sassari.

Sembra infatti che riesca a scomporre, come pochi, o come i grandi, la “dinamica della visione” separando i meccanismi ottici da quelli mentali. Voglio spiegarmi meglio, affermando che Paolo attraverso una serie di “sue personalissime diapositive cerebrali” riesce a cogliere la transizione delle immagini dei suoi personaggi quando mutano da un’espressione all’altra; in sostanza ne afferra la meccanica dei sentimenti e il loro tradursi dall’interiorità all’esterno. 

Mappa Amore

“Si parva licet componere magnis” mi sembra non troppo azzardato il paragone sull’uso pittorico della caricatura che impiega Paolo Galleri con quanto ebbe origine nel sommo Leonardo da Vinci allorquando applicò l’analisi della FISIOGNOMICA ai suoi soggetti caricaturali, con l’impiegare cioè l’arte di capire la psicologia della persona che gli stava di fronte anche attraverso i suoi lineamenti. 

Ciò che mi permetto di asserire da appassionato neofita della critica pittorica e da semplice conoscitore dell’artista Paolo Galleri è che egli ha precocemente e palesemente raggiunto una tale padronanza dei suoi mezzi espressivi che riesce a coniugare come pochi la sua pittura, i suoi disegni e le sue caricature all’animo più che alla forma di ciò che ritrae passando attraverso la lettura delle emozioni e dei tratti più caratteristici delle persone analizzate..

In quasi tutte le opere, l’accentuazione, ovvero la caricatura dei tratti somatici delle persone raffigurate non appare affatto negativa, deteriore o grottesca, non “mettono in ridicolo” nessuno. Quasi sempre invece i risultati delle sue caricature o delle sue vignette rendono simpaticamente e naturalmente comico l’aspetto del suo occasionale soggetto.

Anche in questo, mi perdonerete ancora l’ardire, Galleri sembra trarre appunto esempio dal primo e più grande caricaturista moderno, che è Leonardo da Vinci, perché sempre privilegia il metro del bonario umorismo e si volge alla ricerca dei caratteri interiori dei suoi personaggi. 

A “zent’anni” a tutti. 

Antonio Arcadu

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